venerdì 12 novembre 2010

La capolista Trieste al PalaRaschi

Compito proibitivo per l’AZETA Cariparma nel sesto turno di andata del campionato di A1 di pallamano, Sabato alle 19 arriva infatti al Palaraschi quella che può essere considerata la “vecchia signora” della pallamano tricolore, quel Trieste che in 40 anni di attività (è coetanea della pallamano Parma) ha messo in bacheca ben 17 scudetti assoluti, senza contare le coppe Italia e gli allori giovanili.


Trieste squadra dai grandi risultati ma anche fucina di giovani talenti, un po’ per la vicinanza con i paesi della ex Iugoslavia maestri ieri come oggi dell’handball, e molto per l’impegno messo nei settori giovanili, la squadra giuliana è sempre stata protagonista nei tornei nazionali giovanili.
Ed è grazie all’organizzazione societaria e al lavoro sui giovani che la squadra giuliana è riuscita a superare il difficile momento economico che ha interessato tutto il movimento sportivo italiano.
Tre anni fa la squadra del patron Lo Duca ha dovuto rinunciare per ragioni economiche al massimo campionato ed è ripartita dalla A2 con solo le forze interne buttando nella mischia le giovani speranze locali che, unite all’esperienza di qualche giocatore storico, hanno consentito l’immediata risalita in A1 e l’aver sfiorato per due volte consecutive la promozione nella massima serie sfumata solo alle finali dei play off.

Dal lato parmense la sfida con la prima della classe arriva in un momento delicata, dopo 5 turni la classifica vede un deludente zero punti con il gioco che funziona solo a tratti. Nell’ultima partita con l’Estense Ferrara i gialloblu, dopo aver condotto per 55 minuti il match, hanno ceduto nel finale con una condotta scellerata, non riuscendo mai i gestire le superiorità numeriche e, difetto atavico, subendo una esclusione per proteste nel momento topico dell’incontro.
Ora contro i mattatori del torneo i tifosi parmensi si aspettano, se non una vittoria, almeno una prova di orgoglio, e il recupero di atleti determinanti come bomber Grandi (superlativo a Ferrara finché la scarsa condizione atletica lo ha retto) e capitan Ferrari (il solito gladiatore nella sfida con gli estensi), che possono dare la spinta per una soddisfacente prestazione.

Gli altri incontri della sesta giornata vedono lo Spallanzani Casalgrande tentare di muovere la classifica in casa del Cassano Magnago, il Pressano recarsi a Ferrara per continuare la striscia positiva, il Nonantola affrontare il Mestrino e il Merano ospitare la sorpresa Sassari.

Leggi il nostro comunicato anche su:

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Conforta sapere che alcune società puntano ancora sul settore giovanile locale. Impara Parma, impara...

Unknown ha detto...

Oh, finalmente, si sentiva la mancanza di un po' di sano qualunquismo... Saròfranco (o forse sarebbe meglio dire Saròfranca) togliti una curiosità, naviga per dieci minuti su www.pallamanotrieste.it, troverai un sacco di spunti interessanti sul tessuto, sulla realtà e sull'impegno. Trieste docet, Parma cerca di imparare. Magari puoi provarci anche tu.

Anonimo ha detto...

La verità fa male evidentemente.
Tacciarmi di qualunquismo ed invitarmi ad imparare (cosa?) non ci porta a niente, che ParmaPallamano "impari" può portare a buoni risultati, e sia chiaro che stiamo parlando soltanto di pallamano.
E non fare confusione con le vocali!!

Unknown ha detto...

Cito da nonciclopedia:
"Postulato n.3
Il qualunquismo non esiste.
Il qualunquista nega di essere qualunquista, lui è realista. È il mondo stesso che lo porta a pensare che il mondo va male. Ma al tempo stesso è cosciente del fatto che il mondo va male per via di quelli come lui che sono qualunquisti. Questo prende il nome di auto-giustificazione qualunquista, ed è usata dal qualunquista come argomento vincente per ogni discussione. Anche se gli chiedi che ore sono."

Medita Saròfranco, medita...e poi, solo poi, parla di pallamano.

p.s. i punti esclamativi non sortiscono effetto alcuno, mi spiace.

Anonimo ha detto...

E' fin troppo facile perdersi in citazioni e sproloqui per non affrontare il vero punto della questione!!!

Unknown ha detto...

Sono d'accordo, perchè non inizi ad esporre il problema? E magari ad affrontarlo, concretamente, in prima persona, nelle sedi deputate invece di girarci attorno o di demandare ad altri la ricerca delle soluzioni, per poi uscire bellamente con affermazioni alla Renzo Arbore?
E, lo ribadisco, non usare i punti esclamativi. Non sortiscono effetto alcuno.

Anonimo ha detto...

Queste cose mi piacciono cacchio ...
Mi sembra che il settore giovanile del Parma sia ben nutrito (a braghe, Ipod, cellulari) ma a quanto cultura dello sport zerooooooooooo.
In questi giovani scarseggia la voglia di far parte di una società sportiva, scarseggia la voglia di sacrificio che esige la permanenza in una categoria così importante come l'A1, la voglia di confrontarsi con persone estremamente antipatiche come Fanti e Varacca, manca la volontà di sudare in palestra per diventare veri giocatori di pallamano...., ovviamente mi riferisco ai giovani che sono nell'area della prima squadra ...
A dire il vero la pallamano è l'ultimo degli interessi, e non prendo in considerazione la scuola o altri aspetti della vita che sappiamo tutti essere prioritari, ma, parlo di anteporre cene, partite di calcio, raduni di boyscout, celebrazioni in onore del dio Bacco e Tabacco alla noiosissima pallamano.
Dunque tutti sappiamo che la pallamano è una disciplina severa, che lascia poco spazio al divertimento, ma tutti sappiamo che è importante per il carattere formativo che svolge sui ragazzi e sappiamo inoltre che quella palla rosa del presidente fa di tutto, insieme ad altri distinti dirigenti, per tenere questa macchina oliata e funzionante.
Non tacciamo questa quarantenne (parma pallamano) e i suoi dirigenti di menefreghismo, se non di ben più grave aggiottaggio, con giochetti di potere dirigenziali con fini poco nobili per favorire i figli, le figle, le mogli e anche il cane.
ParmaPallamano non ha nulla da invidiare a Trieste, per fare esempio, che è una società di altra levatura e potere economico, di impegno e di volontariato.
In conclusione a parte chiedervi l'ora perchè non ho l'orologio, vi auguro una serena e costruttiva discussione al fine di capire perchè a Parma tutti i giovani vogliono smettere di giocare a pallamano ... o almeno così si dice, o almeno così si pensa, ma in particolare io vorrei sapere perchè anziché tirare bordate via web non ne parlate pacatamente in una location pià adatta?

Ramirez Gaston Nicolas

Ulisse ha detto...

Uno legge il blog tutti i giorni e non trova nulla, all'improvviso.....7 commenti! Apperò..
Ramirez Ramirez..quando ne abbiamo parlato in palestra non ti sei spostato di una virgola dalla tua posizione,adesso prima esponi la verità e poi chiedi di parlarne in sedi adeguate.
Noi abbiamo tanto da invidiare a Trieste invece: organizzazione e competenze in primis. Non che noi non ne abbiamo,anzi, ma se una squadra non scende mai di categoria,vince 17 scudetti in 40 anni di attività e continua a fare incetta di scudetti giovanili qualcosa da imparare ci sarà o no?
Ah no ora ricordo: la pallamano è quello sport in cui vinci se sei grosso.

Galluch

Anonimo ha detto...

Gli ultimi 15 anni di pallamano a Parma parlano chiaro, basta guardarsi indietro e fare la conta di quanti ragazzi del vivaio hanno continuato a giocare. Nessuno ha mai parlato di menefreghismo o, peggio, di favoritismi da parte della società. Tra i giovani di questa società che stanno per cominciare il nuovo campionato, c'è una grande cultura dello sport. Hanno portato impegno e serietà, affrontando ogni stagione due campionati contemporaneamente. Negli ultimi due anni hanno conquistato la vittoria in tanti tornei e lo scorso maggio hanno vinto il titolo regionale U16 che nessuno a Parma aveva mai conquistato, meritandosi il diritto di partecipare alle finali nazionali, alle quali sono andati anche l'anno precedente. Quando però ci si rende conto che forse tutto questo conta nulla, perchè bisogna fare tutto in funzione della prima squadra allora penso sia lecito azzardare anche qualche critica (nella speranza che possa essere costruttiva).